La crisi del sistema dei Parchi Archeologici Siciliani e le possibili soluzioni

La crisi del sistema dei Parchi Archeologici Siciliani e le possibili soluzioni

Il 20 maggio scorso l’Assessore ai beni culturali della Regione Siciliana ha provveduto a nominare  i componenti dei Comitati tecnico-scientifici di due dei 13 Parchi archeologici siciliani istituiti ai sensi del Titolo II della L.R. 20/2000 e attualmente commissariati. Per questi Comitati, come per il Consiglio del Parco della Valle dei Templi di Agrigento, istituito ai sensi del Titolo I della medesima legge, è prevista la presenza dei sindaci dei comuni interessati che, con gli altri membri, cioè il soprintendente e tre esperti, hanno diritto di voto sui pareri tecnici con potere decisionale e non consultivo, come invece avviene nei Parchi archeologici statali.
A tale riguardo le associazioni firmatarie di questo documento esprimono grave preoccupazione per la tutela del patrimonio archeologico, in particolare per la presenza preponderante di rappresentanti politici in tali comitati e, più in generale, rispetto all’attuale caos organizzativo dei 14 Parchi archeologici siciliani. In data odierna trasmettono il presente documento al Presidente della Commissione Cultura dell’Assemblea Regionale Siciliana con la richiesta di audizione al fine di esporre le criticità e le proposte rappresentate qui di seguito.
A vent’anni dalla L.R. 20/2000 che ha istituito il “sistema dei parchi archeologici siciliani”, questi luoghi della cultura, infatti, versano in una crisi istituzionale e gestionale che sembra irreversibile, e per la quale è necessaria una revisione sulla base della più recente normativa nazionale di tutela
I 14 Parchi archeologici, infatti, sono stati inglobati, nel giugno 2019, entro megaservizi che esorbitano ampiamente dai limiti territoriali disposti dai decreti di perimetrazione, giungendo ad una vastità incomprensibile, a volte fino ad estensioni extra-provinciali. Ecco perché nei due Comitati tecnici finora costituiti sono stati nominati i sindaci di numerosi comuni ove ricadono i “luoghi della cultura” illegittimamente accorpati nei cosiddetti “Parchi”: ben nove nel Parco di Himera e cinque nel Parco di Tindari.
Dentro queste strutture sono stati inglobati alla rinfusa tutte le aree archeologiche demaniali e i musei di qualunque tema, grandi e piccoli, sparsi nei territori. L’obiettivo dichiarato di tali accorpamenti è “la gestione dei custodi”. Non ci si è posti, invece, la questione della dotazione di archeologi da assegnare agli Istituti di tutela. Per cui adesso, come risulta dalla tabella che alleghiamo, solo 4 di questi Parchi sono diretti da archeologi e nessuna delle molte unità operative che hanno tale competenza ha un responsabile archeologo.
Questo organigramma, privo delle dovute competenze specialistiche, e la stessa composizione, in larga parte non tecnica, dei Comitati tecnico-scientifici è in evidente contrasto con l’ordinamento professionale previsto dalla L. 110/2014, da cui discende l’articolo 9 bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e dal D.M. 244/2019.
Ricordiamo come attualmente solo per una minima parte dei fondi europei del Programma 2014- 2020 siano stati approntati progetti sui beni culturali, dei quali assegnati appena 900.000 euro a fronte dei 65 milioni destinati all’Assessorato ai Beni Culturali.
Occorre restituire a questi Istituti regionali di tutela l’assetto organizzativo previsto dalle leggi, riassegnando ai suoi componenti i compiti di ricerca scientifica, conservazione, valorizzazione, fruizione e gestione del patrimonio archeologico loro affidato.
Per far questo riteniamo necessari i seguenti interventi:

  • le strutture dei 14 Parchi archeologici siciliani devono essere riportate alle perimetrazioni definite nei decreti assessoriali. In tal modo si restituirà alle Soprintendenze provinciali la competenza delle aree archeologiche tutelate e dei piccoli musei territoriali, mentre i grandi Musei regionali, come il “Paolo Orsi” di Siracusa o il “Pietro Griffo” di Agrigento, devono tornare ad avere la necessaria autonomia scientifica e gestionale;
  • nell’assetto amministrativo regionale deve essere ripristinato il ruolo tecnico dei beni culturali, ai sensi delle vigenti LL.RR. 80/1977, 116/1980 e 8/1999, e devono essere riconosciuti nei ruoli dirigenziali e direttivi i profili professionali specialistici dei beni culturali, ai sensi dell’art. 9bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio. In tale modo sarà possibile procedere all’indizione di nuovi concorsi per dotare gli Istituti regionali di un organico tecnico-scientifico adeguato ai compiti costituzionali di tutela del vasto patrimonio culturale conservato in Sicilia;
  • deve essere rispettata la normativa riguardante la progettazione e la direzione degli interventi sui beni culturali, prevedendo sempre la figura professionale dell’archeologo nel ruolo di progettista, direttore dei lavori di scavo, restauro, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico;
  • nella composizione dei Comitati tecnico-scientifici dei Parchi archeologici siciliani si deve prevedere, con funzioni consultive, solo la partecipazione dell’esperto designato dai sindaci dei Comuni ove ricade la perimetrazione del Parco decretata, come peraltro già previsto dalla legge, assicurando allo stesso tempo una congrua presenza di tecnici in possesso delle competenze previste dalla normativa vigente (L. 110/2014, D.M. 244/2019). Allo stesso tempo, da un punto di vista procedurale si deve chiarire come l’approvazione dei progetti archeologici da parte di tali organi non può derogare dalle competenze contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. Riteniamo, infatti, che quanto disposto dalla L.R. 20/2000, cioè che il parere di tali Comitati sui progetti del Parco sostituisce l’autorizzazione della Soprintendenza competente per territorio, sia illegittimo perché in contrasto con il Codice dei beni culturali e del paesaggio che, come più volte ribadito dalla Corte Costituzionale, costituisce norma di rango superiore alle legislazioni regionali. Chiediamo quindi la non applicazione e l’abrogazione di tale norma contenuta nella L.R. 20/2000.

I Parchi Archeologici siciliani rappresentano, oltre all’implicito ruolo di custodia della memoria storica e geografica identitaria di lungo periodo, una occasione innovativa e dinamica di partecipazione culturale e sociale. Questo ruolo non può comunque essere distorto da manipolazioni improprie e finalizzate ad altra natura se non quella della corretta valorizzazione culturale. Le attuali strutture amministrative non appaiono interpretare e corrispondere a questa occasione fondamentale soprattutto se arretrate sulle posizioni puramente amministrative, prive di ambiti disciplinari appropriati e di autonomia scientifica dalla sfera di rappresentanza politica. I ruoli estranei alla natura significante di questi singolari comparti territoriali rappresentano inoltre un forte pregiudizio alla prospettiva di una corretta crescita comunitaria. La presenza di un sindaco è lecita nella sua sostanziale funzione collaborativa, ma se diventa dominante nelle posizioni strategiche decisionali è irrispettosa dell’autonomia necessaria all’esercizio della tutela ed alla libertà delle azioni di valorizzazione e di ricerca, fini supremi cui devono concorrere i Parchi archeologici.
21 giugno 2021
 
I proponenti

  • Rita Paris – Presidente Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli
  • Ebe Giacometti – Presidente Italia Nostra
  • Michele Campisi – Italia Nostra (responsabile nazionale Beni Culturali)
  • Leandro Janni – Presidente Italia Nostra Sicilia
  • Angela Abbadessa – Presidente Confederazione Italiana Archeologi
  • Enrico Giannitrapani – Presidente Confederazione Italiana Archeologi Sicilia

 
Primi sottoscrittori

  • Salvatore Settis – Professore Emerito di Archeologia Classica e Presidente del Consiglio Scientifico del Louvre
  • Paolo Liverani – Presidente della Consulta di Topografia Antica
  • Gioacchino Francesco La Torre – Professore Ordinario di Archeologia Classica, Università di Messina
  • Carlo Pavolini – già Professore Associato di Archeologia Classica, Università della Tuscia
  • Paolo Maddalena – Presidente Associazione Attuare la Costituzione
  • Adriana Laudani – Presidente Associazione Memoria e Futuro
  • Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali
  • Collegio Siciliano di Filosofia
  • Associazione Italiana di Cultura Classica
  • Italia Nostra Messina
  • Italia Nostra Melilli
  • Rosalba Amato (già dirigente Museo Paolo Orsi Siracusa)
  • Elisa Bonacini (Progetto #iziTravel Sicilia)
  • Concetta Ciurcina (già Soprintendente di Siracusa)
  • Assotecnici

Scarica il comunicato completo con l’organigramma dei Parchi Archeologici Siciliani
 
Foto Ulrike Leone da Pixabay
 

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